In quale modo la fotografia può raccontare le alterazioni subite da un territorio in seguito ad un evento naturale sul quale si esercita un modello di gestione dell’emergenza come quello messo in atto sul territorio abruzzese dopo il terremoto del 6 aprile del 2009?
Il progetto fotografico parte da questa domanda per raccontare la presa di coscienza della realtà e lo fa attraverso un lento processo di attraversamento dei luoghi, finalizzato a restituire le coordinate necessarie per orientarsi in un territorio divenuto estraneo. Il progetto copre così ben tre anni, dal 2009 al 2011, e ha come punto di partenza l’esigenza di ridare senso alla dimensione identitaria. Partendo dal centro della città di L’Aquila, e muovendosi in cerchi concentrici, ci si dirige nella nuova periferia composta dalle edificazioni del piano c.a.s.e. e m.a.p. per poi spingersi fino ai centri storici minori del territorio aquilano. Da qui parte il racconto fotografico del volume "In Pieno Vuoto. Uno sguardo sul territorio aquilano" (a cura di Benedetti Cestelli Guidi, edito da Peliti Associati, 2013), costruito secondo un percorso a ritroso nel tempo che da oggi arriva a ieri e che è dunque interessato a fissare l’oggi e a tentare di dare senso al domani.
Antonio Di Cecco
Fotografo. Nato a L’Aquila nel 1978. Durante gli studi universitari in Ingegneria inizia a fotografare e a stampare in camera oscura. Dopo la laurea si dedica esclusivamente alla fotografia ponendo come elemento centrale della sua visione l’interazione tra architettura e paesaggio.